
Maneskin: paura e delirio a Las Vegas
I Maneskin nei giorni scorsi si sono esibiti a Las Vegas e, a fine concerto, hanno distrutto gli strumenti con cui hanno suonato. I 4.500 spettatori presenti pare abbiano gradito, mentre il popolo del web ha commentato in maniera molto critica l'accaduto. Vediamo perché.
Rompere gli strumenti fa parte della storia del rock. In molti, tra le grandi firme, hanno provato a farsi ricordare anche per questo: dagli Who a Jimi Hendrix, da Kurt Cobain ai Kiss. Non si può dire che i Maneskin abbiano avuto una trovata originale. Il gesto rientra in una escalation trasgressiva orchestrata da Damiano e soci nel tentativo di emulare i grandi, che tuttavia sta riuscendo nell'effetto contrario. Il motivo è che ogni cosa appare pianificata, forzata, tutt'altro che istintiva ed estemporanea come invece dovrebbe essere. Col risultato di apparire poco credibili, quasi caricaturali.
"Allora, tutto questo non era esattamente pianificato e forse siamo andati un poco oltre, ma abbiamo amato farlo! Caos e distruzione a Las Vegas a parte, il nostro tour in Nord America è appena finito e ci sta già mancando tutto. Non potremmo essere più felici del tempo speso con voi e dell'amore che ci avete mostrato. L'energia che avete portato in ogni singolo concerto ha reso questo tour memorabile. Contiamo i giorni fino a quando non ci rivedremo. Vi amiamo, grazie!", ha scritto Damiano su Instagram.
C'è una parte di web che attacca sistematicamente i Maneskin e gli strumenti maltrattati sono un'occasione troppo ghiotta per restare "Zitti E Buoni". Così con ironia alcuni hanno sottolineato che, con questa trovata, la band potrebbe aver fatto la cosa migliore della sua carriera. Basta che non gli diano dei nuovi strumenti.
Atri hanno puntato sulla diseducatività del gesto. Peccato che sul palco si faccia spettacolo e che lo spettacolo sia anche libertà (entro certi limiti) di compiere azioni che non hanno nè senso né misura. Se dovessimo confinare le esibizioni dietro gli steccati del buon esempio, avremmo perso una parte importante dello show e, nel caso del rock, gli avremmo sottratto l'anima. Quell'anima che è fatta di ribellione, di infrangere le regole, di fare tutte quelle cose che non si direbbero a mamma e papà.
C'è anche chi ha evidenziato lo spreco rappresentato dall'annientamento degli strumenti musicali, sacrificati sull'altare della performance. Questo è stato visto come una ostentazione di ricchezza, sbattuta in faccia a chi una Fender se la può solo sognare. Secondo i detrattori, un gesto simile fa ancora più specie da parte di chi ha cominciato esibendosi per strada, con la custodia della chitarra aperta, piazzata sul marciapiede per ospitare gli spiccioli degli ascoltatori occasionali.
Temistocle Marasco
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