
Misure Anticovid: la Corea del Sud vieta "Gangnam Style" in palestra
Chi fermerà la musica, si chiedevano i Pooh. Oggi possiamo dare una risposta. Seul ha deciso di difendersi dal covid con una misura fantasiosa, ma non priva di motivazione: nelle palestre della capitale sud coreana saranno vietate le canzoni con un ritmo dai 120 battiti al minuto in su in quanto la respirazione affannosa e il livello di sudorazione che ne deriva favoriscono il contagio.
"Gangnam Style", famoso brano del rapper asiatico Psy da 132 battiti al minuto, è stato quindi bandito dai centri fitness poiché potenziale lubrificante della diffusione del virus. Accogliamo la notizia con stupore, ma anche con una buona dose di compiacimento, nella convinzione che la proibizione di pezzi simili ha comunque effetti benefici sulla società. Una decisione del genere doveva essere presa molto tempo prima.
Invece il "Gangnam Style", libero di circolare tra la gente, dal 2012 ad oggi è diventato un fenomeno virale: basti pensare che, su youtube, sono attualmente 4 miliardi e 110 milioni le visualizzazioni del videoclip. Da stamattina c'è anche la nostra.
Ma è veramente necessaria questa misura cervellotica? In Corea del Sud i contagi restano bassi rispetto ai livelli globali. Tuttavia il Paese ha registrato per il settimo giorno consecutivo oltre mille nuovi positivi, per lo più localizzati nell'area metropolitana della capitale, in cui vive e lavoro buona parte della popolazione. E' per questo che Seul è pronta ad adottare misure più stringenti, anche in vista del contrasto alla variante Delta.
A ciò si aggiunga la lentezza con cui procede la campagna vaccinale: solo 5,9 milioni di abitanti hanno completato il ciclo (pari all'11,6% della popolazione), mentre 15,6 milioni hanno ricevuto almeno la prima dose.
Temistocle Marasco
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