Tipi da concerto: dai fan sfegatati a chi non gliene frega niente

I concerti sono un bel momento e, se l'artista è molto quotato, è probabile che sorga la necessità di entrare nel luogo designato ore e ore prima. Così, per ingannare il tempo, si finisce per osservare l'umanità intorno a noi. E lo si fa, a volte, anche durante i live, scoprendo che non tutti sono fan sfegatati. C'è anche chi non è per nulla interessato allo spettacolo e magari conta i minuti che lo separano dalla fine.

Certo, la maggior parte degli spettatori apprezza l'artista. Ma c'è anche chi accompagna qualcuno o chi va per scoprire un gruppo che non conosce. C'è chi è presente solo per dire che c'è stato, per fare foto. C'è chi non vede un minuto di show perché sta sempre al cellulare, forse anche infastidito dal volume alto che non gli consente di sentire l'audio.

C'è chi ha sempre la birra in mano o chi ha imboccato la fila per comprare un panino prima dell'inizio e ne esce solo quando il cantante ha abbondantemente cominciato.

C'è chi dà fastidio perché sta in piedi in un posto in cui dovrebbe essere seduto o perché si agita, ma non troppo: il che vuol dire che non ti dà la possibilità di far intervenire la sicurezza, ma comunque ti rende sgradevole averlo di fianco. C'è chi non ascolta il concerto e parla tutto il tempo, almeno fino a quando non gli si fa notare che è il posto e il momento sbagliato per una lunga conversazione.

C'è chi si sente male e, nonostante sia in un gruppo di specializzandi in medicina, nessuno di loro abbia un cazzo di Buscofen. C'è chi scavalca e si imbuca, di solito nella zona dei bagni chimici, la meno presidiata. O c'è chi ci prova indossando una maglietta con la scritta "staff" o "sicurezza" e frega tutti.

C'è chi riprende tutto col telefonino e non si gode niente per postare in diretta sui social video di bassissima qualità audio e video, peggiorati dal fatto che la voce che si sentirà non sarà quella dell'artista, ma quella stonatissima di chi ha girato il video.

C'è chi beve di continuo e piscia altrettanto, dando vita ad una transumanza tra bar, bagni e posto assegnato. C'è chi è sempre in zona vip e non si sa se abbia pagato tanto o non abbia pagato niente.

C'è chi perde le chiavi dell'auto, chi ha in tasca un tappo in più perché all'ingresso la sicurezza non ha consentito di portarli nell'arena. C'è chi non ci vede perché ha davanti uno alto 2 metri. C'è chi è in stato interessante ma non rinuncia ad esserci, facendo ascoltare gratis il concerto al figlio che verrà.

C'è chi è pressato contro le transenne, chi ti getta la birra addosso e chi lancia il reggiseno. C'è un mondo.

Temistocle Marasco

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