Es war einer dieser Abende. Pfeiferauchend tippte ich an meiner Schreibmaschine eine weitere Doktorarbeit, einfach nur, weil ich es konnte. Ich hatte begonnen mich mit der Erörterung der Frage auseinanderzusetzen, was die Welt im inneren zusammenhält, eine Frage von so elementaren Gehalt, dass mich ihre Bearbeitung schon beinahe elf Minuten kostete, konzentriert aber nicht allzu angestrengt kam ich unter Verwendung einiger Variablen, die ich noch von einer in der Vergangenheit liegender Doktorarbeit übrig hatte recht schnell zu dem Ergebnis, dass es sich um, Bauschaum handeln müsste.
Mehrere Kilo handelsüblichen Bauschaums. mhm! Manchmal überraschte ich mich eben noch selbst.
Anderen, war dies leider nicht vergönnt. Ihre Dummheit ekelte mich an.
Um mich mental fit zu halten ging ich allmorgendlich zum Pumpen in meine Privatbibliothek, sie bestand aus unendlich vielen Büchern, die meisten von ihnen hatte ich natürlich selbst verfasst, oft jedoch unter einem Decknamen um nicht allzu eingebildet zu wirken, denn das stand mir nicht.
Ich nannte mich dann zum Beispiel oft Lexikon oder so, etwas subtiles.
Ich stemmte den Inhalt jedweder Werke allein mit der Kraft meines Gehirns. Zurzeit trainierte ich die Schnellkraft meines Denkmuskels, indem ich mit etwas leichteren Gewicht, dafür aber mehreren Wiederholungen übte, um möglichst schnell auf Fragen und Sachverhalte reagieren zu können.
Manchmal antwortete ich bereits auf Fragen, bevor Menschen sie gestellt hatten! Natürlich immer vollkommen Korrekt.
In den letzten Monaten hatte meine Intelligenz dadurch so rasend zugenommen, dass mich ab und an der durchaus begründete Verdacht beschlich, Superkräfte zu entwickeln.
Zu diesem Zwecke übte ich, über dem Boden schwebend meinen Laserblick und das obligatorische Ka-me-ha-me-Ha täglich mehrere Stunden, bevor ich zur Erholung ein paar Pokebälle in den Garten schmiss.
Das hatte ich mir, nur am Rande, alles selbst beigebracht, nachdem ich in früher Kindheit von einem Wolfsrudel aufgezogen worden war.
Doch trotz meiner hohen Schläue, war ich meiner Familie immer sehr verbunden. Ich hatte meine Eltern bei mir wohnen lassen, als sie älter geworden waren.
Sie hingen nun im Jagdzimmer über dem Kaminsims neben Schiller und Kant. Ich hatte sie alle ausstopfen lassen- mit Bauschaum.
Meinen rasenden Trainingserfolg dokumentierte ich sehr genau, nur um die zu erahnende Entwicklung faktisch festzuhalten.
Ich nahm zu. Das korrelierte natürlich mit der Zunahme des Gehirnvolumens, leider konnte ich inzwischen etwas schlechter Atmen, da sich der Großteil meines Gehirns bis in die oberen Teilen meines Brustkorbs ausgedehnt hatte.
Aber- ich dachte- YOLO! Und ersetzte einfach den Großteil meines Körpers mit Gehirn. Zuallererst die Lunge. Ich atmete nur noch reinstes Wissen ein, als ich begann die vielen Seiten, die meine Bücher füllten zu rauchen. So versorgte ich mein Herz, das auch aus Gehirn bestand und Hirn durch meine Venen aus aus Hirn pumpte.
Auch meinen Darm ersetzt durch Hirnmasse, denn selbst den Abfall, den ich produzierte war gut genug um Bücher damit zu füllen, ich wischte mir einfach den Arsch mit leeren Seiten ab, produzierte so Schund, nannte es aber Belletristik, das verkaufte sich besser.
Diese unsäglichen Vampirgeschichten sind im übrigen auch von mir, da ging es mir aber sehr schlecht. Ich hatte sehr starken Durchfall und Glitzerpuder inhaliert.
Ob der Abtrünnigkeit meines Verhaltens etwas solches Produziert zu haben, musste ich heftig Niesen, verlor da aber ein Stück meines Hirns auf welchem ich wiederum in voller Bewegung ausrutschte.
Ich schlitterte durch das Jagdzimmer und die Bibliothek in den Garten, wo ich wiederum auf einem vom Training herumliegenden Pokeball ausrutschte und rücklinks fallend am Baum der Erkenntnis hängen blieb, welchen ich mir hatte einpflanzen lassen, nachdem er im Paradies nicht mehr gebraucht wurde. Unfähig meinen Aufprall abzufangen zerplatze ich noch vor Ort in Gänze und starb an einer inneren Verletzung. Erst postmortem stellte man fest, es war Selbstüberschätzung.
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